Il solstizio d’inverno è il momento in cui inizia ufficialmente l’inverno astronomico.
Per quanto riguarda quello meteorologico, invece, l’inverno è già in corso da tre settimane.
Il solstizio d’inverno si verifica nel momento in cui un emisfero è inclinato il più lontano possibile dal Sole.
In questa circostanza il Polo Nord è lontano dal Sole, che si trova più a sud, dando origine al giorno più corto dell’anno.
Oggi è il giorno con più ore di buio di tutto l’anno.
La bella notizia? Da qui in poi la tendenza sarà invertita e le giornate inizieranno ad allungarsi, fino al 21 marzo, con l’quinozio di primavera.
Il 21 dicembre il Solstizio d’inverno segna l’inizio dell’inverno
Nel corso di un anno solare si vivono due solstizi, uno d’estate ed uno d’inverno, e due equinozi, d’autunno e di primavera.
I due solstizi hanno un intervallo tra loro di circa sei mesi ed indicano il giorno in cui gli emisferi terrestri ricevono il minimo ed il massimo irraggiamento solare in un anno.
Con gli equinozi, invece, si indicano i giorni dell’anno in cui la durata della notte e del giorno sono perfettamente uguali, in qualsiasi zona della Terra.
È proprio durante gli equinozi che tutto il Pianeta vive 12 ore di luce e 12 ore di buio.
La spiegazione a tutto ciò si ha già dal nome: equinozio deriva dal latino e significa letteralmente “notte uguale”.
Questo processo avviene grazie alla posizione del Sole che si trova nell’intersezione tra l’equatore celeste e l’eclittica.
La parola solstizio deriva dal latino e significa “sole fermo”.
I solstizi sono i due momenti dell’anno in cui il Sole raggiunge il punto di declinazione minima o massima, nel moto apparente compiuto lungo l’eclittica.
Nell’emisfero nord il 21 giugno è possibile godere del giorno più lungo dell’anno e, sempre in questo emisfero, il 21 dicembre si vive il giorno più corto dell’anno.
Cos’hanno in comune solstizi ed equinozi? Tutti segnano il passaggio da una stagione all’altra!
Il 21 dicembre il Solstizio d’inverno segna l’inizio dell’inverno
Le rigide temperature invernali non sono influenzate dalla lontananza dal Sole, come tanti credono.
Piuttosto dipende dall’inclinazione dei raggi solari, che, a causa della posizione dell’asse terrestre, ci arrivano maggiormente inclinati e radenti rispetto a quanto avviene in estate.
Questo significa semplicemente che in estate lo stesso raggio solare arriva meno inclinato riuscendo quindi a riscaldare una maggior superficie di suolo.
Oggi, 21 dicembre, non è il giorno più freddo dell’anno.
Per questo dobbiamo ringraziare – e salvaguardare – i nostri amati oceani terrestri che hanno la capacità di assorbire parte dell’energia solare e rilasciarla gradualmente nel tempo.
Si parla quindi di “ritardo stagionale” individuando il momento in cui il Sole ci irraggia di meno e quello in cui si percepisce realmente più freddo. Nel nostro emisfero, i picchi di temperatura più bassi si registrano tra gennaio e febbraio.
La stessa cosa accade in estate: anche se inizia a giugno, generalmente le vette più alte si toccano tra luglio e agosto.
Per noi il solstizio d’inverno inaugura l’inverno astronomico.
Facendo un passo – anche più di uno – indietro nel tempo l’inverno rappresentava fame e difficoltà di ogni sorta. Anticamente il solstizio segnava la fine del buio e il graduale ritorno alla luce.
Infatti, nella tradizione germanica e celtica, coincideva con la festa di Yule. In questa occasione si accendeva un grande fuoco, si macellavano gli animali e si festeggiava mangiando le ultime riserve di carne disponili. Così facendo, oltre a sfamarsi, si evitava anche di dover provvedere alla sopravvivenza degli animali nei difficili mesi successivi.
Sol Invictus, che significa letteralmente “Sole Invitto”, era una festività religiosa del tardo romano impero che celebrava il Dio del Sole Helios. Si tratta di un culto esportato dalle culture orientali e adottato da Roma. La festa celebrava il Sole, cercando si esorcizzare il timore che potesse non risorgere più, visto che in inverno il suo corso nell’orbita celeste risulta ridotto.
I riti propiziatori erano volti a scongiurare il pericolo delle tenebre, cercando di dare nuova energia al debole Sole attraverso grandi fuochi.
https://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-e-il-sol-invictus_%28Enciclopedia-Costantiniana%29/
Sempre guardando al passato anche Stonehenge rappresenta una vera PIETRA miliare nelle celebrazioni invernali.
Il sito neolitico è molto conosciuto anche per le feste pagane di inizio estate, ma per chi lo edificò era forse più importante il solstizio d’inverno.
In questa celebrazione si macellavano gli animali, proprio nel periodo in cui la fermentazione del vino e della birra era al suo apice. Si immagina che le grosse pietre di Stonehenge siano state accuratamente allineate su una linea visuale studiata per godere appieno del tramonto a dicembre, nel giorno del solstizio.
Quando si parla di riposo, troppo spesso si crede che sia opzionale, qualcosa di inutile: ovviamente non è così.
In agricoltura, l’inverno è una stagione che riveste un ruolo fondamentale per la riuscita delle coltivazioni della stagione successiva.
Si tratta infatti di una preziosa occasione per svolgere lavorazioni che richiedono molto tempo e cure e che durante il corso dell’anno spesso non si ha la possibilità di mettere in atto, per dare la precedenza ai raccolti.
Preparare adeguatamente il terreno prima della semina vuol dire fare il primo passo verso un soddisfacente bottino. Per dare nuova vita al terreno è molto utile fare il sovescio invernale, una pratica di concimazione verde che prevede la semina di un misto di veccia, favino e avena oppure orzo e veccia. La graminacea cresce così più velocemente, ancorando le sue radici in profondità e offrendo alle leguminose riparo per il freddo.
Le leguminose, piante azotofissatrici per antonomasia, svolgono un ruolo fondamentale nel sistema terreno. Grazie alla simbiosi che molte delle leguminose instaurano con un particolare genere di batteri (Rhizobium) – responsabili della fissazione biologica di questo elemento – è possibile incorporare nel suolo grandi quantità di azoto.
La natura ci insegna che il momento in cui non si produce spesso è quello più importante, perché è quello in cui ci si prepara a dare il massimo!
Una storia completamente diversa è quella dei bambuseti. Le lavorazioni principali, come aratura, erpicatura e messa a dimora delle piante, vengono effettuate solo la prima volta, dopo di che i bambù avanzeranno in autonomia.
Il periodo di germogliazione è il momento più delicato e anche quello in cui il bambuseto ha bisogno di più acqua e cure.
Investendo in Genesi Life potrete entrare a far parte di un ciclo naturale, che vi darà i suoi frutti (anche e soprattutto economici), per i successivi 80 anni.
L’inverno è il momento migliore per gettare le basi… chiedici come rendere questa stagione proficua.
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