La violenza contro le donne è una conseguenza diretta delle disuguaglianze di genere. Per questo, il 25 novembre celebriamo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, dando inizio a 16 giorni di attivismo per arrivare al 10 dicembre, la Giornata Mondiale dei Diritti Umani. Questo periodo ci ricorda che la lotta contro la violenza di genere è una lotta per l’uguaglianza e i diritti umani.
Nel 1999, le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’obiettivo è quello di far conoscere questo grave problema e incoraggiare governi e organizzazioni a lavorare insieme per risolverlo.
Il 25 novembre ricordiamo l’impatto devastante della violenza di genere, un fenomeno complesso e in continua evoluzione, che cambia adattandosi di volta in volta ai cambiamenti della società. Dalla violenza fisica al cyberbullismo, le sue forme sono molteplici e in continua evoluzione. Per contrastarla, dobbiamo aggiornare leggi, educazione e politiche di protezione.
La violenza contro le donne è un crimine che va oltre le ferite fisiche. Offese, minacce e controllo psicologico sono armi potenti usate per sottomettere e isolare le vittime. Lo stupro e altre forme di violenza sessuale sono violazioni inaccettabili. Anche il controllo economico e l’isolamento sociale sono forme di violenza che limitano la libertà delle donne.
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale alle classi sociali e alle culture. In base ai dati statistici raccolti dall’ONU una donna su cinque subisce nel corso della sua vita almeno un’episodio di violenza. Oltre il 75% delle violenze subite dalle donne, nasce all’interno della famiglia ad opera del marito, convivente, amante, fidanzato, partner o ex partner. Tra gli autori di violenza possono esserci anche genitori e altri congiunti che commettono violenza per questioni di genere per esempio per obbligare le donne a matrimoni combinati o perché queste non si sottomettono a comportamenti imposti dalla religione, dalla società, dalla morale famigliare… è letteralmente terrificante.
In tutto il mondo il 25 novembre è celebrato con l’arancione, tanto che si parla anche di Orange Day.
Un Women, l’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere, lo ha scelto come simbolo di un futuro in cui le donne si saranno liberate della violenza degli uomini.
In Italia, però, dove la Giornata si celebra solo dal 2005, all’arancione è preferito il rosso, più precisamente le scarpe rosse, lasciate abbandonate su tante piazze del nostro Paese per sensibilizzare l’opinione pubblica. Le scarpe rosse prendono ispirazione dall’installazione dell’artista messicana Elina Chauvet, nominata appunto Zapatos Rojas, che è diventata velocemente uno dei modi più popolari per denunciare i femminicidi.
– Incoraggiare la consapevolezza sui diritti delle donne
– Sensibilizzare sulle forme di violenza più subdole e meno evidenti
– Caldeggiare la denuncia di episodi di violenza e stalking
– Diffondere il numero di emergenza 1522
– Dare supporto e aiuto alle vittime in modo tempestivo e efficace.
– Fare rete e coinvolgere le istituzioni, le associazioni e la società civile
– Organizzare eventi, conferenze e campagne di informazione
– Utilizzare i social media e i mezzi di comunicazione per diffondere il messaggio.
I femminismi non sono una pericolosa ideologia “contro gli uomini”, come spesso si dice, ma una spinta liberante contro le oppressioni patriarcali che colpiscono sia le donne che gli uomini, attraverso le pressioni sociali che soffocano la personalità del singolo. Per questa ragione possiamo dire che i veri uomini sono femministi.
Nel 2007 è nata l’associazione Maschile Plurale, una rete di uomini «impegnati in riflessioni e pratiche di ridefinizione della identità maschile, plurale e critica verso il modello patriarcale, anche in relazione positiva con il movimento delle donne», come si può leggere sul sito che riunisce i vari gruppi sparsi per l’Italia. (https://maschileplurale.it/).
Riconoscere che il patriarcato, un sistema sociale che ancora oggi premia soprattutto uomini etero e bianchi, nega ai maschi un ampio spettro di emozioni (dalla tristezza alla paura), può rappresentare un momento trasformativo. Questo è il punto di partenza di molte riflessioni all’interno di Maschile Plurale.
A tutte queste riflessioni Genesi Life aggiunge un invito all’azione: uniamoci per costruire un futuro migliore, dove le nuove generazioni possano crescere in un mondo più sostenibile e pieno di speranza. Ogni gesto, grande o piccolo che sia, contribuisce a creare un cambiamento positivo. www.genesilife.it